Cosa è l'evoluzione biologica? è l'insieme dei cambiamenti che le
specie hanno avuto dal momento della loro comparsa sulla Terra a tutt'oggi.
Tali cambiamenti sono ancora in atto ma, come per l'evoluzione geologica, non
sono percepibili perché avvengono in tempi molto lunghi.
Teoria dell'evoluzione:
La teoria fu formulata da Charles Darwin (1808-1882) e fu
pubblicata nel 1859 nel libro "l'origine delle specie" o secondo la
traduzione in italiano "Sulla origine delle specie".
Tale libro era
il frutto di una lunga meditazione relativa ad un viaggio fatto quasi 30 anni
prima (1831-1836), che aveva interessato gran parte del mondo sul brigantino
Beagle.
Lo scopo della spedizione era quello di realizzare carte
nautiche d uso militare e commerciale, specie nel sud America, dove erano previsti
anche studi di natura idrografica. L'interesse
quindi non era affatto naturalistico tanto è vero che Darwin dovette pagarsi il
soggiorno sul Beagle grazie alle 500 sterline annue concesse dal padre.
La parte più "illuminante" di tutto il viaggio al
fine dell'elaborazione della teoria evolutiva fu la sua permanenza alle isole Galapagos evidenziate nell'immagine di cui sopra.
Dal Beagle Darwin inviava continuamente in Gran Bretagna
materiale naturalistico. Solo una volta tornato a Londra venne a sapere che i
diversi uccelli inviati dalle isole Galapagos, nonostante le differenze, erano
tutti fringuelli.
Iniziò così a pensare ad un possibile meccanismo di
speciazione.
Tutti questo fringuelli sarebbero derivati da un unico
fringuello ancestrale. presumibilmente di origine continentale, che una volta
arrivato sulle isole avrebbe occupato tutti gli habitat realizzando ciò che in
biologia si indica come "radiazione adattiva". Ciò avrebbe favorito
la diversificazione morfologica.
Le meditazioni di Darwin pare che avessero già prodotto la
sua teoria già intorno al 1840 ma la rese pubblica solo quando venne a sapere
che un giovane naturalista Alfred Russel Wallace era giunto a conclusioni
simili alle sue. Il motivo di tale indecisione era chiara: sarebbe stato
necessario mettere in discussione il creazionismo e cioè l'idea, sostenuta dalla
Chiesa, secondo cui le specie, fossero
immutabili nel tempo.
Darwin e Wallace presentarono così insieme a Londra, in un
seminario, le loro idee nel 1858.
Meccanismo
dell'evoluzione secondo Darwin
In ogni specie, anzi in ogni popolazione di una specie,
esiste una variabilità naturale che riguarda tutti i caratteri.
Su questa variabilità agisce la selezione naturale cioè o più
adatti all'ambiente avranno maggiore opportunità di sopravvivenza e saranno in
grado di trasmettere meglio i propri caratteri alla generazione successiva.
La sopravvivenza del più adatto in senso darwiniano non
significa sopravvivenza del più forte o del più intelligente o del più longevo
ma è una sopravvivenza legata alla capacità riproduttiva
(fitness riproduttiva o darwiniana).
Sappiamo che la capacità riproduttiva e la longevità spesso
si escludono a vicenda. Basti pensare al caso della mantide religiosa o delle
api di cui abbiamo parlato in classe.
Darwin non poteva conoscere l'origine della variabilità
naturale.
Oggi sappiamo che ha due fonti:
1) la mutazione
(qualsiasi cambiamento che interessi il DNA) di cui parleremo in futuro;
2) la ricombinazione
genetica che si compie durante la riproduzione sessuale di cui abbiamo già
parlato nella lezione precedente.
Anticipiamo però che le mutazioni di interesse per
l'evoluzione non sono quelle che riguardano le cellule somatiche ma sono quelle
che interessano le cellule germinali perché saranno queste che avranno modo di
essere trasmesse alla generazione successiva.
Storia dell'evoluzione
Nel 1809 (50
anni prima di Darwin) Jean Baptiste de Monet, più noto come Lamarck aveva
elaborato una sua teoria dell'evoluzione
basata:
1) sull'uso e
il uso degli organi
2) sulla
trasmissione dei caratteri acquisiti
Se un organo
viene utilizzato durante la vita dell'individuo si sviluppa altrimenti si
atrofizza. Questa modificazione, acquisita durante la vita dell'individuo,
verrà trasmessa alla generazione
successiva.
Famoso è
l'esempio delle giraffe che inizialmente avrebbero avuto il collo corto. Poi
per brucare sugli alberi gli individui avrebbero allungato il loro collo trasmettendo
il collo lungo alle generazioni successive.
Tale teoria
non ebbe un gran fortuna non soltanto perché si è verificato che il tagliare la coda ai topi (carattere
acquisito nel corso della loro vita) non dà la possibilità di ottenere dei
figli senza coda ma anche perché l'evoluzionismo era molto osteggiato in quel periodo
dai creazionisti ed in particolare da Cuvier (1769-1832), famoso anatomista e
paleontolo di allora.
Ma come spiegavano
i creazioni l'esistenza dei fossili già noti nel 1700?
Inizialmente
furono spiegati prendendo alla lettera il racconto biblico secondo cui i
fossili erano frutto del famoso diluvio universale. Quando fu chiaro che strati
diversi di rocce contenevano organismi completamente diversi iniziarono a
sostenere la cosiddetta Teoria del catastrofismo" e cioè che la Terra, nel corso
della sua evoluzione, sarebbe stata soggetta a continue catastrofi naturali come
terremoti, inondazioni ecc,. cui sarebbero seguite sempre nuove creazioni con
organismi diversi da quelli precedenti.
Riassumiamo il concetto di evoluzione:
Scusate mi sono sbagliata!
Scusate la fretta! Ho sbagliato ancora.
Già va meglio ma questa rappresenta però solo l'evoluzione umana mentre noi parliamo di tutti gli organismi.