1)
Etimologia: il termine letteralmente
significa "prima del nucleo" (dal greco pro:prima e kàryon:nucleo)
cioè sono organismi nati prima dell'evoluzione del nucleo. Non avere un nucleo non significa non avere
materiale genetico ma significa non
avere una membrana nucleare che isola tale materiale.
2) Materiale
genetico: formato da un unico cromosoma ad anello che forma il cosiddetto
nucleoide. Ricordiamo però che i procarioti possono avere, oltre al cromosoma
principale, anche i cosiddetti plasmidi e cioè molecole di DNA più piccole.
3) Primi
organismi comparsi sulla Terra: 3,8 miliardi di anni fa
Si conoscono da diverso
tempo dei fossili chiamati stromatoliti datati circa 3,5
miliardi di anni fa. Si tratta di organismi già relativamente complessi, simili
agli attuali cianobatteri e quindi fotosintetici per
cui da sempre è stato difficile pensare che si trattasse effettivamente dei primi organismi viventi.
Stromatoliti fossili formate dall'alternarsi di strati di sedimenti come la sabbia e resti di cianobatteri |
Oggi
sappiano inoltre che le stromatoliti esistono ancora in australia occidentale,
una sorta di fossili viventi.
Più
recente è invece la scoperta di Archibatteri (o Archeobatteri) sia in diversi
campioni di rocce terrestri di 3,8 miliardi di anni che in meteoriti di 4,5
miliardi di anni (I Cryms, da crystal microbs).
Tale
scoperta è stata fatta da D'Argenio e
Geraci dell'Università Federico II di Napoli.
Viste
le critiche sollevate sull'ipotesi di contaminazione, aspettiamo ulteriori
delucidazioni. In ogni caso la nascita della vita sulla Terra sarebbe
retrodatata rispetto ai 3 miliardi di anni proposti dal nostro testo.
Torniamo alle caratteristiche generali dei procarioti:
4) Tutti
unicellulari
5) Dimensioni:
qualche micrometro
6) senza
organuli e compartimenti eccetto i ribosomi che però da molti non vengono
ritenuti organuli in quanto privi di una propria membrana. I ribosomi in ogni
caso ci sono anche se sono diversi e più piccoli rispetto agli eucarioti.
7) Hanno
una parete più o meno complessa in base alla quale vengono distinti in Gram
positivi e Gram negativi
Oltre alla strutture sopra indicate, almeno batteri, possono avere:
1) Una capsula che favorisce l'adesione ed ostacola la fogocitosi da parte del sistema immunitario
2) Dei pili con cui agganciano altre cellule
Tali pili, grazie alla presenza di proteine chiamate adesine possono:
A) Riconoscere e permettere l'adesione a cellule eucariotiche determinandone l'infezione:
B) A riconoscere a ad aderire ad altri battei dando luogo alla cosiddetta coniugazione batterica
C) A riconoscere ed aderire ad una batteriofago (virus che attacca i batteri) subendone l'infezione
la difesa da parte del sistema immunitario diventa possibile solo dopo la produzione di anticorpi |
Tali pili, grazie alla presenza di proteine chiamate adesine possono:
A) Riconoscere e permettere l'adesione a cellule eucariotiche determinandone l'infezione:
Salmonella typhi |
Tali batteri possiedono anche un plasmide chiamato Plasmide o Fattore F
Batteri in coniugazione |
Batteriofago della serie T-pari |
3) Flagelli la cui struttura è di seguito rappresentata
batteri in movimento
Riassumiamo la struttura generale dei procarioti dall'interno verso l'esterno:
Il corpo basale non si limita ad ancorare il flagello alla cellula, ma fornisce anche l’energia necessaria
al suo movimento (facendo un raffronto nautico, il filamento è paragonabile all’elica di una barca,
mentre il corpo basale ne costituisce il motore). Osserviamo i batteri in movimento attraverso il link:
Riassumiamo la struttura generale dei procarioti dall'interno verso l'esterno:
Abbiamo un unico cromosoma ad anello chiamato
nucleoide.
Un
citoplasma contenente soprattutto acqua ma anche ioni, enzimi, ribosomi, ATP, Metaboliti.
Una
membrana cellulare
Una
parete cellulare
Quando i cocchi, che sono batteri sferoidali, sono associati in coppia si parla di diplococchi
Se formano catene si parla di streptococchi
Se hanno una disposizione a grappolo si parla di stafilococchi
Se formano catene si parla di streptococchi
Se hanno una disposizione a grappolo si parla di stafilococchi
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