I ribosomi:
I ribosomi sono formati da due subunità, una maggiore ed una
minore, rispettivamente di 50 e 30 S per i procarioti e 60 e 40 S per gli
eucarioti.
Solo una volta che le due subunità sono associate possono
svolgere la loro funzione che è quella di essere sede della traduzione dell'RNA
messaggero. Ecco perché spesso,nel corso dell'anno, li abbiamo definiti come
"L'officina" in cui si compie
la sintesi delle proteine.
Per comprendere meglio il ruolo dei ribosomi rivediamo un filmato che riassume la trascrizione dell'mRNA e sintesi proteica.
I ribosomi, nella cellula eucariotica, si possono trovare
liberi nel citoplasma o associati al reticolo endoplasmatico che in questo caso
viene detto rugoso.
Reticolo endoplasmatico
E' un sistema di membrane che forma cisterne, cioè sacchi
appiattiti, e tubuli. Può essere liscio, se privo di ribosomi, o rugoso. In
quest'ultimo caso appare granulare al microscopio elettronico per la presenza
di ribosomi.
Reticolo endoplasmatico liscio
Forma la parte del reticolo più lontana dal nucleo ed in
genere è poco esteso.
Eterocromatina: regioni strettamente avvolte ed inattive. Eucromatina regioni che possono essere trascritte. |
Le funzioni principali sono le seguenti:
1) è sede di sintesi
di lipidi come il colesterolo, ormoni steroidei, trigliceridi, fosfolipidi.
Sarà quindi più sviluppato nelle cellule epatiche ed adipose.
2) è sede di
neutralizzazione di sostanze tossiche come l'alcool o farmaci. Anche questa
funzione spiega il suo sviluppo nelle
cellule epatiche.
3) E' sede del
metabolismo del glicogeno, molecola che negli animali troviamo nel fegato, nei
muscoli, nella mucosa vaginale delle donne in età fertile.
4) immagazzina ioni Ca2+,
specie nelle cellule muscolari dove è molto sviluppato e prende il nome di
reticolo sarcoplasmatico.
Reticolo
endoplasmatico rugoso
Funzione principale:
E' sede di sintesi e modificazione di proteine. La sintesi
delle proteine inizierebbe sempre nel citosol su ribosomi liberi. Se però è
presente una sequenza N-Terminale specifica, formata da aminoacidi idrofobi,
detta sequenza leader, questa si attacca
al reticolo endoplasmatico e vi penetra. Nel lume del reticolo la catena
polipeptidica viene ripiegata, ossidata, coniugata a zuccheri e convogliata
verso l'apparato di Golgi.
Apparato di Golgi
Il suo nome deriva dal medico italiano Camillo Golgi che lo
scoprì alla fine del 1800, quindi decenni prima dell'invenzione del microscopio
elettronico.
L'apparato è formato da diverse cisterne sovrapposte (dittiosomi)
ed è circondato da vescicole.
E' l'organo di smistamento cellulare nel senso che modifica
le vescicole che arrivano dal reticolo endoplasmatico. In base alla modifica
apportata le vescicole avranno poi un destino diverso nel senso che potranno ad esempio essere indirizzate ad un altro organulo o potranno fondersi con la membrana
plasmatica per riversare il loro contenuto all'esterno della cellula.
L'apparato di Golgi è dotato di polarità: una faccia cis,
associata alla porzione liscia del reticolo endoplasmatico ed una faccia trans rivolta
verso la membrana plasmatica alla quale sono associate le vescicole di
secrezione.
Possono essere numerosi nelle cellule vegetali perché
l'apparato è coinvolto nella sintesi dei polisaccaridi della parete cellulare.
Lisosomi
Derivano dall'apparato di Golgi.
Contengono enzimi digestivi (anche 50 tipi diversi).
Ciò che viene digerito può provenire:
1) dall'interno della cellula come gli organuli danneggiati
2) dall'esterno della cellula, introdotto per endocitosi.
In questo caso si può trattare di batteri fagocitati
(nel caso dei macrofagi), di particelle di cibo (nel caso dei protisti), di molecole come il colesterolo che
potrà essere utilizzato dalla cellula.
Le molecole semplici ottenute dalla
digestione possono essere:
1) riciclate finendo nel citosol per
essere riutilizzate
2) espulse all'esterno
3) trattenute. Viene trattenuto ciò
che non può essere digerito
Cosa succede se i lisosomi si
rompono? La cellula si autodigerisce.
Come mai ciò di norma non avviene?
Sembra che, come nello stomaco, vi
sia un rivestimento di carboidrati che protegge l'interno dei lisosomi.
Non c'è neppure il rischio che gli
enzimi digeriscano altre parti della cellula prima del loro arrivo nell'organulo perché vengono attivati dal pH acido del
lisosoma stesso.
I mitocondri
Ne abbiamo già parlato nella teoria dell'endosimbiosi.
Completiamo il discorso. Sono formati
da una doppia membrana:
Quella esterna è liscia.
Quella interna forma numerose creste
perpendicolari all'asse maggiore.
Si vuole così realizzare un aumento
di superficie.
E' qui che si compiono le reazioni
della catena respiratoria che portano alla sintesi di ATP.
Tra le due membrane esiste uno spazio
intermembrana.
All'interno abbiamo la cosiddetta
matrice dove si trova il DNA mitocondriale. Nella matrice si trova il DNA mitocondriale.
Hanno tutto il necessario per
la sintesi delle proteine anche se le proteine prodotte sono relativamente
poche visto che, più dei cloroplasti, dipendono dal nucleo.Sempre nella matrice sono presenti
gli enzimi per le prime fasi della respirazione. Le reazioni di queste prime
fasi prendono il nome di ciclo di Krebs.
Funzione: produzione di energia
mediante la respirazione cellulare.
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